Azienda, dipendenti e buoni pasto


Sempre più aziende stanno adottando questa filosofia grazie anche alle nuove norme entrate in vigore quest’anno e nel 2021. I buoni pasto sono una risorsa preziosa per il dipendente che spesso è stata sottovalutata o non presa in considerazione. Un servizio sostitutivo della mensa, adatto in qualsiasi modalità di lavoro, anche in Smart working.

I buoni pasto sono previsti dall’articolo 144 del decreto legislativo n. 50/2016, ma la disciplina di dettaglio è contenuta nel decreto del Ministero dello sviluppo economico n. 122/2017.

I buoni pasto cartacei, in base a quanto dispone l’art. 4 del decreto n. 122/2017 devono riportare al loro interno i seguenti dati:

  • il codice fiscale o la ragione sociale del datore di lavoro;
  • la ragione sociale e il codice fiscale della società di emissione;
  • il valore facciale in valuta corrente;
  • il termine massimo di utilizzo;

uno spazio riservato all’apposizione della data di utilizzo, della firma del titolare e del timbro dell’esercizio convenzionato presso il quale il buono pasto viene utilizzato.

Il datore di lavoro risparmia, perché recupera l’intero costo e offre più benessere ai dipendenti con un supporto concreto al reddito. Elettronici o cartacei che siano, i buoni pasto continuano anche nel 2022 a rappresentare uno dei benefit più utilizzato da datori e lavoratori.

Dal punto di vista fiscale, i buoni pasto elettronici e cartacei 2022 sono considerati fringe benefits e sono esentasse, almeno in parte.

Sono tre le soglie da considerare:

  • La prima è di 4 euro per i buoni pasto cartacei.
  • La seconda è di 8 euro per i buoni pasto elettronici.
  • La terza è di 5,29 euro per i buoni corrisposti agli addetti ai cantieri edili, ad altre strutture lavorative a carattere temporaneo o ad unità produttive ubicate in zone dove manchino strutture o servizi di ristorazione.

Da un recente studio inoltre, si è stimato un risparmio netto ed evidente col passaggio dal cartaceo all’elettronico: si stima infatti che solo nel nostro paese la transazione ci abbia fatto risparmiare diverse centinaia di tonnellate di carta e utilizzando i POS bancari per il Buono Pasto elettronico risparmiamo 2.000 tonnellate di CO₂ all’anno.

Considerata la crisi dei materiali che ci ha investito negli ultimi anni si tratta di un grosso risparmio, ed è forse il motivo per cui i buoni pasto elettronici hanno rimborso maggiore (in realtà il doppio) rispetto ai cartacei.

Ma a chi spettano i buoni pasto?

Come specificato dall’Articolo 4, comma C del Decreto Legge, hanno diritto a ricevere i buoni pasto tutti i lavoratori subordinati, sia a tempo pieno che parziale (part-time), anche qualora l’orario di lavoro non preveda una pausa per il pasto.

Anche per i liberi professionisti?

Certo. Con la possibilità di detrarre interamente l’IVA fissata al 10%. La normativa prevede che le spese di somministrazione di alimenti e bevande siano deducibili fino al 75% e per un importo complessivo non superiore al 2% dell’ammontare del proprio fatturato nel periodo d’imposta.

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