Internet, risorse e l’impatto ambientale


A luglio abbiamo consumato le risorse che la terra a nostra disposizione ogni anno. Questo significa che stiamo prendendo in prestito risorse dal nostro pianeta che, almeno in teoria, dovrebbero essere l’anno prossimo. Questo trend negativo va avanti da diversi decenni ma siamo ancora lontani da una soluzione.

Sinergia già da diversi anni ha adottato una metodologia di lavoro a basso impatto ambientale, favorendo lo smart working e cercando, ove possibile, di eliminare le emissioni e di risparmiare energia:

  • Spostamenti ridotti.
  • Conferences a distanza.
  • Ridistribuzione degli uffici.
  • Riqualificazione e riduzione degli ambienti di lavoro “on site”.

Sono dei piccoli step necessari, ma non è ancora abbastanza. Internet stesso inquina, seppur in maniera minore di tante altre strutture.

Infatti, ogni ricerca su Internet è responsabile dell’immissione nell’atmosfera di 1,7/2 grammi di CO2. Un solo server può arrivare a produrre in un anno da 1 a 5 tonnellate di anidride carbonica. Il semplice invio di un’email può comportare la produzione di anidride carbonica da 4 fino a 50 grammi (se gli allegati sono di grandi dimensioni).  Non solo: il consumo energetico dei data center è pari all’1% della domanda globale di energia.

Quanto “pesa” poi in termini di inquinamento ogni gigabyte su Internet? Produce emissioni di CO2 tra i 28 e i 63 grammi. Tanto per essere chiari, secondo uno studio della Royal Society di fine 2020, in un anno un utente medio che utilizza la posta elettronica per lavoro può arrivare a emettere 135 chili di CO2. Per quello studio le tecnologie digitali contribuiscono tra l’1,4% e il 5,9% alle emissioni globali di CO2.

È un po’ questo il punto di partenza di ogni ricerca che abbia come obiettivo il dare una dimensione di quanto inquinano le nostre attività quotidiane online. Se alziamo lo sguardo, questi numeri, ci portano dritti alle aziende che dei servizi su Internet hanno fatto un business gigantesco, inquinando come uno Stato. Proprio così.

E Internet? La sua stima è che se Internet fosse una nazione sarebbe la quarta più inquinante al mondo. Ricordiamo che la Rete produce emissioni di CO2 sia per le modalità poco efficienti di realizzare siti web e app, sia per i combustibili fossili che alimentano i data center.

Il punto è che la transizione energetica non può non essere guidata dai dati, il settore tecnologico dovrebbe dare l’esempio e fornire i dati necessari per consentire il monitoraggio del consumo di energia e delle emissioni di carbonio e le autorità di regolamentazione dovrebbero sviluppare linee guida sulla proporzionalità energetica delle applicazioni digitali.

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